Curcuma, cariopteris e lespedeza, bellezze d’autunno
Chi ha detto che l’autunno non porta fioriture strepitose come quelle primaverili? Fatevi un giro nel vostro Centro di Giardinaggio del cuore e, se amate il rosa-viola, troverete ampia soddisfazione: scegliete una curcuma per il soggiorno, una cariopteris per il terrazzo e una lespedeza per il giardino! Fanno a gara fra loro a chi fiorisce con più abbondanza e bellezza proprio in settembre, ravvivando ogni spazio verde senza particolari cure, da Nord a Sud. E nulla vieta di tenere la curcuma sul balcone, se abitate nel Sud, e la cariopteris anche in giardino dalla Pianura Padana in giù…
Curcuma, ornamentale o alimentare
Chiariamo subito una cosa: se pensate di consumare la radice, dovete cercare Curcuma longa e C. xanthorrhiza, le curcume alimentari, perché la pianta che comunemente si trova **fiorita in vendita è *C. alismatifolia ***che è solo ornamentale. Teoricamente, anche da quella d’appartamento potreste ricavare la radice per polverizzarla, ma nella pratica ha poco senso perché si ottiene una spezia di qualità inferiore. Curcuma alismatifolia, dalla grossa radice tuberizzata, in Italia si alleva solo in vaso ed è facilmente reperibile sia come pianta sia come rizoma, presso i migliori Centri di Giardinaggio.
Dato che non sopporta temperature inferiori a 12 °C, va trattata come pianta da interni, che in estate può stare all’aperto a mezz’ombra, e da ottobre ad aprile va ricoverata in casa: se viene tenuta negli ambienti domestici riscaldati, va annaffiata come le altre piante d’appartamento. In alternativa, durante la cattiva stagione successiva all’acquisto, si può mettere il vaso in un locale fresco e buio, senza annaffiare, in modo che le foglie si secchino e il tubero vada a riposo; in marzo si sposta il vaso alla luce e si riprende ad annaffiare. Entro 3-4 settimane spunterà il nuovo fogliame e, se la pianta è stata ben concimata con prodotti per piante da fiore durante l’estate precedente e la concimazione viene ripetuta da aprile in poi, anche il fiore rosa entro un paio di mesi. L’irrigazione deve essere regolare e abbondante da marzo-aprile a settembre, accompagnata da concimazioni quindicinali con un prodotto liquido per piante da fiore, e ridotta (o nulla, vedi sopra) negli altri mesi.
Attenzione: per ottenere una fioritura ogni estate è necessario essere molto regolari nella concimazione e nel riposo del tubero o della pianta: se sverna in un luogo caldo, non fiorirà.
Cariopteris, il viola insolito
Non è molto diffusa nei giardini italiani ed è un vero peccato: Caryopteris x clandonensis infatti è un arbusto abbastanza rustico e robusto che offre il pregio di un’eclatante fioritura azzurro-viola proprio in agosto e settembre, quando molti altri cespugli si sono spenti. In più, è amatissima da farfalle e api, contribuendo alla loro salvaguardia, e richiede manutenzione pari quasi a zero.
Vive all’aperto tutto l’anno fino alla Val Padana, mentre sulle Alpi è preferibile la coltivazione in vaso da ritirare in serra fredda o in cantina. Tollera il freddo fino a 0 °C, il caldo intenso e il vento, anche salmastro. Vuole il pieno sole o al massimo la mezz’ombra. Non ha preferenze particolari per il substrato e, in vaso, va bene un buon terriccio per piante da fiore mescolato in parti uguali a terra da giardino (con 3 cm di argilla espansa sul fondo). Sia in giardino sia in vaso va annaffiata bene appena la terra si asciuga, aggiungendo in vaso un concime liquido per piante da fiore da maggio a settembre, mentre in piena terra basta un prodotto granulare per piante da giardino distribuito in marzo e settembre. Va potato ogni anno in autunno inoltrato, per restituire una forma alla pianta ed eliminare le pannocchie appassite.
Lespedeza, cascata di fiori
Le lespedeza conosciute sono due: la prima, Lespedeza thunbergii, è la specie ornamentale, mentre la seconda, L. capitata, è utilizzata in fitoterapia come drenante del sistema linfatico. La thunbergii è una leguminosa che produce in agosto-settembre una sorprendente cascata di fiori violetto-rosa, piccoli ma talmente abbondanti da dare l’idea che siano un’unica macchia colorata. L’arbusto, caducifoglio in climi freddi e sempreverde in quelli più caldi, ha rami arcuati che ricadono verso il basso fino a 1,5 m: per questo è ideale alla sommità di muri o comunque di aree o pendici che si desidera ricoprire, considerato che ogni esemplare si allarga di 1,5 m. Si può anche impiegare per chiazze cromatiche o come punto focale, o anche in vaso, di almeno 32 cm per una pianta quasi adulta.
Non ha particolari esigenze di substrato, salvo un buon drenaggio, sia in terra sia in contenitore, dove si può mettere un mix di terriccio per piante da fiore e da giardino. La posizione deve essere pienamente soleggiata. Va annaffiata con regolarità in estate, anche se gli esemplari in piena terra possono cavarsela anche con pochissime gocce. Il concime non è indispensabile, ma ai soggetti in vaso è bene fornire un buon granulare in marzo e settembre.