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Digitalis purpurea_Floricoltura Roncador Valentino_1

Tra le piante che più colpiscono l’occhio passeggiando nei boschi del Trentino, la digitale è forse una delle più affascinanti. Alta, elegante, con le sue spighe di fiori a forma di campanella, questa svettante fioritura alpina – appartanente alla famiglia delle Plantaginaceae – nelle nostre zone si presenta in natura con due specie principali, entrambe dal fascino raffinato e discreto: Digitalis purpurea, più appariscente, con fiori di colore viola intenso punteggiato da macchie più scure (vedi foto a sinistra e nella varietà ‘Alba’ a fine articolo), e Digitalis lutea, dai fiori leggermente più piccoli e di colore giallo chiaro (foto più in basso). Da queste specie sono state ricavate numerose varietà ornamentali, con colorazioni che spaziano dal bianco, al rosa antico, fino all’albicocca e al fucsia intenso.

Il nome Digitalis deriva dal latino “digitus”, che significa dito, perché i fiori ricordano proprio dei ditali da cucito. In inglese, inoltre, è chiamata foxglove, ovvero “guanto della volpe” – un nome che sembra uscito da una fiaba! Digitalis purpurea è una specie autoctona del Trentino, adattata perfettamente ai suoli acidi e ben drenati che si trovano tra i 600 e i 1.800 metri di quota: cresce spontaneamente nei boschi radi, ai margini di prati e radure non troppo aride, e in alcuni casi colonizza rapidamente anche scarpate erbose, dove si propaga con facilità. Anche Digitalis lutea, leggermente più rara, predilige suoli più calcarei, cresce bene anche in zone più asciutte e si inserisce perfettamente in giardini naturalistici o rocciosi.

Nelle sue diverse specie e varietà ornamentali, la digitale può quindi diventare un’autentica protagonista nel vostro “giardino alpino”, non solo per la sua bellezza scenografica e verticale, ma anche per la sua rusticità sorprendente: sopporta inverni rigidi, temperature molto basse e non ha bisogno di particolari cure. Anzi, una volta piantata nel posto giusto – preferibilmente a mezz’ombra – tende a ritornare ogni anno da sola, grazie ai numerosi semi che produce dopo la fioritura. È molto amata in contesti come i giardini naturalistici, i cottage garden e le bordure meno soleggiate, dove crea contrasti affascinanti con felci, campanule e hoste. Grazie alla loro forma a campana, al profumo e al colore vivace, i suoi fiori attirano api, bombi e altri impollinatori, rendendola estremamente utile anche per la biodiversità del giardino.

Ma c’è un aspetto che non va mai dimenticato: la digitale è velenosa. Tutte le sue parti contengono glicosidi cardiaci, sostanze potenti che in dosi controllate hanno usi farmaceutici, ma che risultano tossiche se ingerite. Per questo motivo, è bene evitare di coltivarla in spazi frequentati da bambini piccoli o animali domestici.

Digitalis lutea_Floricoltura Roncador Valentino_1

In Floricoltura – nel reparto dedicato alle erbacee perenni – potete trovarne numerose varietà, una più scenografica dell’altra e per ogni esigenza di colore. Di seguito vi abbiamo preparato una guida comparativa con alcuni brevi suggerimenti per scegliere la specie più adatta al vostro giardino e prendervene cura al meglio nel vostro giardino di montagna!

  • Uso in giardino: Digitalis purpurea è perfetta per bordure alte, giardini boschivi, cottage garden e per dare slancio verticale agli spazi ombreggiati. Digitalis lutea, più bassa e discreta, si adatta meglio a giardini rocciosi, ambienti calcarei, bordure basse o giardini naturalistici asciutti.
  • Sesto d’impianto: si consiglia di piantare la vostra Digitalis a circa 30–40 cm di distanza tra una pianta e l’altra: per la Digitalis lutea, più compatta, potete scendere a 25-30 cm!
  • Terreno: se il terreno del vostro giardino presenta un pH acido, o se dovete abbinarla a piante acidofile come rododendri, mirtilli, hoste, felci, scegliete senza esitazione la specie purpurea. La lutea, invece, si adatta meglio a suoli calcarei o neutri, anche poveri, purché ben drenati, ed è quindi perfetta per giardini rocciosi e scarpate aride.
  • Esposizione: entrambe le specie prediligono la mezz’ombra, la luce filtrata e tollerano il pieno sole al mattino in zone fresche; la lutea sopporta meglio il pieno sole, soprattutto in ambienti non troppo aridi.
  • Irrigazione: sono entrambe poco esigenti, e temono i ristagni idrici.
  • Rusticità: entrambe le specie sono molto rustiche, resistenti al freddo intenso (fino a -20 °C) e ben adattate ai climi montani come quello trentino, anche a quote molto elevate.
  • Manutenzione: la digitale viene spesso considerata una specie biennale, ma si comporta come una perenne a lunga durata, propagandosi con grazia, se le condizioni sono adatte, riseminandosi spontaneamente: basta lasciar maturare i semi.

Introdurre Digitalis purpurea e lutea in un giardino significa unire il fascino elegante di fioriture verticali con un approccio rispettoso del contesto alpino-naturale. Queste piante, sebbene potenzialmente tossiche e da maneggiare con estrema cura, sanno regalare un colpo d’occhio straordinario e attrarre numerosi impollinatori, contribuendo alla biodiversità locale. Resistenti al freddo, adattabili e capaci di riseminarsi spontaneamente, rappresentano una scelta ideale per chi desidera un giardino dal sapore selvatico ma curato, ispirato alla flora spontanea di montagna.

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Floricoltura Valentino Roncador
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