Amate l’“effetto giungla” indoor? Ci sono due modi per ottenerlo fra le mura domestiche: circondarvi di piante tropicali dalla crescita indomabile e dalle foglie enormi – consigliate solo se vivete in ampi spazi – oppure riempirvi di specie ugualmente esotiche, ma capaci di creare cascate di foglie che evochino quelle delle foreste amazzoniche. La seconda soluzione è indubbiamente più pratica perché rende bene anche in un monolocale: basta possedere una mensola o uno scaffale dove appoggiare il vaso o la ciotola, oppure agganciare al soffitto un basket o ancora attaccare alla parete una staffa per sorreggere il cestino. La cascata di rami fogliosi e, a volte, fioriti è facilissima da ottenere con piante “danzanti” reperibili nel vostro Centro di Giardinaggio: qui ve ne presentiamo cinque, più o meno conosciute.
Eschinanto, la pianta rossetto
È nota come “pianta rossetto” o lipstick, perché i piccoli fiori rossi tubulari ricordano proprio un tubetto di rossetto. D’altronde, il suo nome scientifico è quasi impossibile, Aeschynanthus marmoratus, e la traduzione italiana, eschinanto, è terribile. Sicuramente più memorizzabili sono le varietà, da ‘Twister’ a ‘Mona Lisa’ e ‘Rasta’, differenti per il fogliame. La specie, infatti, possiede belle foglie ovato-lanceolate, verde smeraldo, cuoiose, alterne sui lunghi rami (fino a 80 cm) che scendono, mentre le varietà possono sfoggiare foglie carnose o addirittura spiralate come le trecce rasta. Alle soglie dell’estate l’eschinanto produce una ricca fioritura di corolle rosse, arancioni o bordeaux che si prolunga fino all’inizio dell’autunno.
Tenetela a una normale temperatura domestica, in una stanza molto luminosa ma senza raggi diretti. Annaffiatela con moderazione e regolarità appena il terriccio si sta asciugando (ma in inverno solo quando è già quasi asciutto; piuttosto vaporizzatela con acqua decalcificata) e, da aprile a settembre, concimatela con un prodotto liquido per piante da fiore ogni 10 giorni, se volete che rifiorisca. Il lieto evento si verifica se la pianta “sta stretta”: rinvasatela (in marzo) solo quando ha riempito tutto il vaso; utilizzate un mix di metà terriccio per piante verdi e metà torba, e sul fondo del basket mettete 2 cm di argilla espansa.
Falangio o nastrino dalle lunghe foglie
Lo chiamano “falangio” (perché il fogliame ricorda tante lunghe dita) o “nastrino” (le foglie sono lunghi nastri), perché “clorofito” è ben poco memorizzabile: è l’italianizzazione del nome scientifico Chlorophytum comosum. Viene dal Sud Africa e, a differenza di altre piante indoor, sopporta anche temperature di 2-3 °C: all’occorrenza, in posizione molto riparata e soleggiata, in Pianura Padana può svernare anche in esterni. È molto amato e conosciuto per l’elegante fogliame danzante a cascata, nastriforme, verde striato di bianco o crema. E dà soddisfazione perché ogni anno fiorisce, all’estremità di lunghi tralci volanti, sebbene i fiori siano bianchi e piccoli. E da questi tralci fiorali nascono nuove piantine, che attecchiscono molto facilmente in acqua o in terra. Attenzione: le foglie sono assai gradite al gatto di casa: è commestibile, ma se non lo mettete fuori portata, il micio strazierà le lamine e farà cadere il vaso…
A prova di principiante: sta ovunque ci sia molta luce, anche in pieno sole, con poca acqua (sempre su terriccio asciutto) tutto l’anno e concime liquido per piante verdi una volta al mese da marzo a settembre. Si rinvasa ogni 3 anni, in una misura in più, con 2 cm di argilla espansa sul fondo e buon terriccio per piante verdi.
Dicondra argentata, trendy
Una pianta di gran moda: la Dichondra argentea ‘Silver Falls’, originaria dell’America Centrale, porta lunghi (anche 3 m se coltivata in esterni) fusti erbacei ricadenti di colore verde chiaro ricoperti di peluria argentata e di piccole foglie tondeggianti di color verde argento, donde il nome della varietà; i fiorellini verdi estivi invece sono insignificanti.
Resiste fino a 2-3 °C: anche per lei vale la possibilità, in Val Padana, di tenerla appesa sul balcone se è coperto e soleggiato anche d’inverno. Altrimenti sta benissimo in casa, dove non teme il riscaldamento, né i raggi solari. Si bagna solo quando è completamente asciutta: non ha paura della siccità, ma dei ristagni idrici, contro i quali serve un buon drenaggio di 2 cm di argilla espansa sul fondo della ciotola. Il rinvaso (ottimo il basket) si effettua ogni 3 anni, con un buon terriccio per piante verdi. Per incentivare la crescita dei rami è utile un concime liquido per piante verdi, da fornire una volta al mese da marzo a settembre.
Pianta corallo, con le bacche
È detta anche “pianta corallo”, sebbene nertera (Nertera granadensis) non sia poi così difficile da ricordare. Corallo perché i sottili e lunghi (fino a 40 cm) fusti si coprono da settembre in poi di piccoli (0,8 cm di diametro) frutti rotondi e arancioni. Ideale per spazi ridotti e per dare allegria agli ambienti, può vivere anche una decina d’anni senza neanche raddoppiare le misure. Unico neo: le bacche sono tossiche, causa di sintomi gastrointestinali; un motivo in più per appenderla fuori portata di bambini e animali domestici.
Teme temperature inferiori a 8 °C: sta bene in casa d’inverno, meglio in una stanza fresca (15-18 °C, a temperature superiori vaporizzate giornalmente il cuscinetto, ma sappiate che non rifiorirà e non avrete le bacche), luminosa ma lontano dai raggi solari. Annaffiatela con parsimonia e concimatela da aprile a settembre ogni 15 giorni con un fertilizzante liquido per piante da fiore. Quando la rinvasate, ogni 2 anni, mettete 2 cm di argilla espansa sul fondo del basket e colmate con un buon terriccio per piante da fiore.
Si chiama potos
Lo scrivono “pothos” e lo pronunciano “fotos”, o addirittura pensano che “Pothos” sia il nome scientifico. Facciamo chiarezza: lo Scindapsus aureus – questo il suo nome latino – in italiano si dice e si scrive “potos”. Pianta ubiqua e inossidabile, è vivamente raccomandata per situazioni-limite: stanze senza finestre, studi medici, uffici torridi, principianti smemorati o pasticcioni. Si fa prima a elencare i suoi pochi punti deboli: il freddo (sotto 8 °C annerisce) e il sole diretto (le foglie si bruciano). Vive per decenni, arrampicato all’insù su un tutore muschiato, o pendente anche per 4-5 m, tanto da poter essere attaccato con le graffe da quadri alle pareti domestiche. La sua bellezza sono le foglie cuoriformi verdi e gialle o verdi e bianche nelle varietà (verdi e argento in Scindapsus pictus).
Si annaffia su terriccio asciutto, si concima con un prodotto liquido per piante verdi fra marzo e settembre, si rinvasa ogni 2-3 anni con 2 cm di argilla espansa sul fondo e un buon terriccio per piante verdi.