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Oggi vi raccontiamo la vita della seconda straordinaria donna che ha contribuito allo sviluppo della scienza delle piante e che celebriamo nel nostro Giardino Didattico “El Camp” dedicandole uno dei vialetti interni. Madre dello scrittore di fama mondiale Italo Calvino, pochi sanno che Eva Mameli Calvino è stata una figura pionieristica nel panorama scientifico italiano, unendo ricerca botanica, educazione ambientale e impegno sociale in un percorso esemplare, capace di ispirare ancora oggi studiosi, studenti e cittadini. Con questa intitolazione vogliamo onorare il suo contributo alla scienza e alla cultura ecologica, rendendola parte integrante del nostro spazio di conoscenza e bellezza.

Eva Mameli Calvino

 

Eva Mameli Calvino (1886-1978) è stata una delle prime donne italiane a distinguersi nel campo della botanica, pioniera nella ricerca scientifica e nella divulgazione naturalistica. La sua figura si colloca al crocevia tra il progresso scientifico, l’impegno sociale e la cura dell’ambiente, in un’epoca in cui la presenza femminile nel mondo accademico era ancora estremamente rara.

Nacque a Sassari il 12 febbraio 1886, in una famiglia della borghesia intellettuale sarda. Suo fratello era lo scienziato Efisio Mameli, noto per le sue ricerche in microbiologia. Eva studiò scienze naturali presso l’Università di Pavia, dove si laureò nel 1907 con una tesi in botanica. Successivamente ottenne la libera docenza e cominciò a insegnare e a fare ricerca nel campo della fisiologia vegetale. Durante gli anni universitari maturò una forte sensibilità verso i temi sociali e ambientali. Fu influenzata dalle idee positiviste e progressiste del tempo, che coniugavano il sapere scientifico con l’ideale di un mondo migliore. Questa visione la accompagnò per tutta la vita, sia come scienziata che come madre ed educatrice.

Nel 1920 sposò Mario Calvino, agronomo e direttore della Stazione Sperimentale Agronomica di San Juan, a Cuba. Lì si trasferì e lavorò con il marito per diversi anni: in quel contesto, nel 1923, nacque il loro unico figlio, Italo Calvino, futuro scrittore di fama mondiale. L’esperienza cubana fu fondamentale per Eva anche dal punto di vista professionale: si occupò di colture tropicali come caffè, cacao, canne da zucchero e banani, contribuendo allo studio dell’adattamento delle specie esotiche al clima caraibico e promuovendo pratiche agricole più sostenibili.

Tornata in Italia nel 1925, si stabilì con la famiglia a Sanremo, dove il marito diresse una stazione sperimentale per la floricoltura, e in questa fase contribuì alla ricerca sull’acclimatazione delle piante ornamentali e alla selezione di rose, garofani, crisantemi e piante da serra, promuovendo l’uso di tecniche agronomiche moderne.

Eva Mameli CalvinoFu una convinta sostenitrice dell’educazione scientifica per tutti, in particolare per le donne e i giovani: per prima propose l’introduzione di giardini scolastici dove i bambini potessero imparare la botanica osservando piante utili come salvia, lavanda, rosmarino, e altre specie mediterranee… esatto, proprio come nel nostro Giardino Didattico! Eva credeva che la conoscenza della natura fosse fondamentale per formare cittadini consapevoli e responsabili. Questa sua vocazione educativa influenzò profondamente anche il figlio Italo, che nel suo immaginario letterario attingerà spesso al mondo naturale osservato sin da piccolo con occhi scientifici.

Eva Mameli Calvino fu una scienziata rigorosa, ma anche una donna dal forte impegno civile. Antifascista, pacifista, vegetariana, ebbe il coraggio di sostenere le sue idee in tempi difficili. La sua figura, rimasta per lungo tempo in ombra rispetto a quella del figlio, è oggi rivalutata come esempio di scienziata e madre capace di trasmettere valori profondi. Morì a Sanremo nel 1978, lasciando un’eredità fatta di ricerca, impegno e amore per la natura. Le sono stati dedicati il Giardino Botanico dell’Università di Cagliari, in riconoscimento del suo legame con la Sardegna e il suo impegno scientifico, e un francobollo commemorativo emesso dallo Stato italiano nel 2005, a testimonianza del valore nazionale della sua figura di scienziata e pioniera.

La sua vita dimostra che la scienza può essere uno strumento potente di emancipazione e progresso, e che anche nei luoghi più piccoli – come un orto botanico o una scuola – può nascere una rivoluzione culturale.

Floricoltura Valentino Roncador
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